La Giuria ha proclamato i vincitori della XIV ed. del Premio Letterario Nazionale Giovane Holden su un numero totale di 1315 partecipanti.
La Cerimonia di premiazione si è tenuta il 19 settembre con una diretta online su Youtube. A questo link potete rivederla.
ROMANZO INEDITO
- Maria Vittoria Fariselli – “L’hotel delle cose perdute” – Cervia (Ravenna)
Motivazione: È un luogo magico, il Grand Hotel Santiago, in cui non si capita per caso, ma questo diventa chiaro solo a mano a mano che trascorrono le ore, ore in cui si cerca un assassino, ore in cui le trame delle vite si ricompongono attraverso l’impulso di raccontare e la necessità di ascoltare. Maria Vittoria Fariselli, narratrice estremamente elegante, infonde profondità a questo romanzo in cui il susseguirsi dei destini umani è tratteggiato con mano sicura e al contempo delicata. - Francesco Buono – “Il Sessantasette” – Calci (Pisa)
Motivazione: La meglio gioventù di Guido, ventenne pisano che negli anni Sessanta del Novecento costruisce la propria identità zigzagando tra donne, coscienza politica, università e fede religiosa. Non è un percorso netto, quello che definisce un uomo, e Francesco Buono lo delinea con sapienza, restituendo nitidezza sia alle scene sia alle riflessioni. - Giusi Tamborini – “Il ponte tibetano” – Mornaco (Varese)
Motivazione: Un ospedale di montagna, una notte d’inverno, un mistero in mezzo alla neve, poi un cadavere: il soprannaturale si fonde con l’indagine, la leggenda popolare con la ricerca scientifica. Mentre l’inverno cede il posto alla primavera le pagine scorrono e il lettore può godere dell’incanto tutto umano di una storia ben narrata.
Premio Speciale della Giuria
- Basilio Luoni – “Kul Kolbac” – Procida (Napoli)
Motivazione: L’autore mostra di avere un rapporto disinvolto con la lingua italiana, e ne dà prova mettendola al servizio di una trama prevalentemente surreale, con un impianto fittissimo di colpi di scena e trovate sorprendenti: il risultato è un linguaggio variopinto, spesso deformato, che invita il lettore a giocare e interrogarsi.
Finalisti pari merito (in ordine alfabetico)
- Sonia Aldermanni – “I fantastici viaggi di Buffalbacco” – Caserta
- Carlo Tommaso Anceschi – “Il chirurgo” – Firenze
- Carlo Andreani – “Senza voce” – Roma
- Francesco Bertelli – “Fuori dall’ordinario” – Follonica (Grosseto)
- Benvenuto Chiesa – “Sulle tracce di V.V.” – Torino
- Alessandro Corsi – “Un raggio di tramonto” – Livorno
- Angelo de Marco – “La Battigia dei Naufragati” – Messina
- Morena Festi – “Frammenti di terremoto” – S. Matteo Decima (Bologna)
- Elio Forcella – “Cani di strada” – Atri (Teramo)
- Luca Gentileschi – “All’alba sarai cadavere” – Verona
- Antonella Iob – “Privazione” – Trento
- Elisa Lizzi – “Con la festa nel cuore” – Padova
- Ilarione Loi – “Il demone dei miei peccati” – Monreale (Palermo)
- Mirella Magi – “Cronaca di un inganno” – Fano (Pesaro Urbino)
- Carmelo Mandarà – “Ermenegildo Caputi III” – Scichi (Ragusa)
- Luciano Mari – “La bramosia del Tutto” – Roma
- Gianfranco Martuscelli – “La strategia del terrone” – Vibonati (Salerno)
- Guido Nicoli – “L’uomo che cade” – Azzano San Paolo (Bergamo)
- Julia Ormond – “Il circolo degli aspiranti editor” – Londra
- Anita Orso – “Il filo rosso” – Marostica (Vicenza)
- Giancarlo Parini – “Ombre cinesi” – Milano
- Federico Pavan – “Badlands” – Verrua Savoia (Torino)
- Sharon Egle Pompella – “Ragazza fortunata” – Vigevano (Pavia)
- Milenia Sarri – “Il marito perfetto” – Bologna
- Giordano Tomassi – “Terra bruciata” – Verona
- Anna Maria Zanchetta – “Testimone! Epistolario al tempo del coronavirus” – Barbarano Mossano (Vicenza)
RACCONTO INEDITO
- Marzia Astorino – “Samuele” – Lissone (Monza-Brianza)
Motivazione: Attraverso la cronaca di una giornata, il racconto riesce a descrivere e trasmetterci le sensazioni di un malato di Alzheimer. L’alternanza dei pensieri, i momenti di lucidità intervallati dalla perdita di memoria, una nebbia che si addensa e sembra ricoprire tutto il vissuto sono tappe inevitabili della malattia. Realtà e oblio che si mescolano, ricordi che lentamente affievoliscono per poi sparire. Negli attimi di consapevolezza la paura di non riuscire a trattenere i volti degli affetti più cari, da qui il disperato bisogno di ancorarsi per non perdersi. Il filo conduttore, dunque, è una malattia importante e diffusa come l’Alzheimer, che nel contesto narrativo si risolve però pretesto per raccontare come l’amore e gli affetti prevaricano ogni sofferenza e vanno oltre ogni lucidità, oltre ogni memoria. L’Amore si manifesta comunque, tessuto nel corpo, negli sguardi, anche quando non si riesce a capirne il motivo. In questo caso è l’amore per la figlia, per il nipote e l’ancora di salvezza è rappresentata da un nome, il nome del nipote: Samuele. - Patrizia Birtolo – “Origami, mon amour!” – Giussano (Monza-Brianza)
Motivazione: In una modalità originale e ironica, anzi autoironica, questo racconto trae ispirazione dal periodo trascorso di Lockdown, potremmo definirlo riflessioni di uno scrittore al tempo del Covid. C’è il bisogno di scrivere e la sua negazione, il dubbio si insinua. Resistere è il responso, obbligarsi a non cedere, a non partecipare ai concorsi che continuamente gli vengono proposti. “La scrittura non è solo un amante facile è anche una fidanzata crudele, più hai tempo da dedicarle, più si nega.” Quindi cosa fare in alternativa per trascorrere le giornate di solitudine e isolamento? Per confessare i propri travagli interiori lo scrittore trova pretesto attraverso il dialogo via Skype con la nipote di otto anni, Matilde, unico affetto in un tempo di pandemia. Dopo molti tentativi decide di sostituire il bisogno di scrivere con la creazione di origami: riuscirà a creare piccoli animaletti di carta, ranocchie da colorare e donare alla nipote trascorso il periodo di isolamento? Umoristico e dissacratore il finale, molto diverso da quanto il lettore potrebbe ipotizzare. Un racconto che pone la riflessione sul lavoro dello scrittore, forse la negazione, il rifiuto di partecipare ai concorsi celava il timore di un nuovo fallimento? “Un libro è un oggetto di mercato zio, e per vendere ci vuole un target.” Risponde la nipote che invece ha partecipato. Quel successo, da lui molto desiderato, sarà alla fine di qualcun altro? - Stefania Rotondo – “La matematica dell’amore” – Roma
Motivazione: Due sorelle gemelle, le stesse origini, due modalità antitetiche di guardare la vita risultanti da un’unica educazione, l’altra faccia della stessa medaglia. Attraverso alcuni spaccati di vita il racconto ci parla del dolore e di come affrontarlo: un dolore strettamente personale e uno più esteso, che investe ampi strati sociali. Il dolore personale di Anna che non riesce ad avere un figlio e il dolore di Mara che combatte contro le ingiustizie sociali: bambini abbandonati, bambini senza futuro uccisi solo perché rappresentano nuove bocche da sfamare. Anna e Mara entrambe sconfitte nei loro progetti: Mara vuole trovare un senso alla sconfitta “deve provare a fare qualcosa” e percorrendo il sentiero dell’amore, sceglie di aprirsi nuovamente alla vita; Anna invece sembra arrendersi, si chiude e non vede alternative diventando vittima di se stessa. “La felicità non passa da sentieri conosciuti […] Le radici sono importanti nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo gambe e non radici. E le gambe sono fatte per andare altrove.” Questa considerazione segna il senso del racconto e fa la differenza. Una bussola impazzita: questa è la matematica dell’amore.
Premio Speciale della Giuria
- Rossella Baiocchi – “Piove su Noce” – Montecarlo (Lucca)
Motivazione: Particolare nella sua composizione questo grazioso racconto corredato da abili disegni e traduzione in inglese, che lo rendono un oggetto interessante, piacevole per gli adulti, destinato ai bambini, fruibile anche dai più piccoli. La storia riguarda una famiglia: due sorelle e un fratellino o una sorellina in arrivo, cosa fare per mitigare il timore di dover suddividere ulteriormente l’affetto dei genitori e far accettare il nuovo venuto? Gli amici animali verranno in aiuto alla famiglia, sarà l’amore verso un piccolo coniglio la risorsa che permetterà di comprendere che: “L’amore si moltiplica e non sottrae”. - Giada Bonaguidi – “Orione” – Coreglia Antelminelli (Lucca)
Motivazione: Gli anni della gioventù si caratterizzano anche per la spensieratezza, la sicurezza al limite della spavalderia. Il racconto ci ricorda alcune scene del film Il sorpasso, in cui i protagonisti avvertono il bisogno di sentirsi vivi attraverso la sfida. Droga, alcol e sigarette, tra le righe si legge un monito verso quelle pulsioni che conducono lungo sentieri senza via d’uscita: Vic si annoia quella sera, non avrebbe dovuto essere lì in quell’auto, avrebbe dovuto essere a casa a leggere e studiare ma si è lasciata tentare dal brivido. Le piace pensare ai suoi compagni della serata come se assistesse alla proiezione di un film, certa che la costellazione di Orione veglierà su di lei. Ma non è un film, non può metterlo in pausa. Gli avvenimenti si susseguono inevitabili, e in un attimo arriva lo schianto, brutale e fulmineo. Quella notte Orione può solo piangere. - Marco Salomone – “Fuori sincronia” – Civitavecchia (Roma)
Motivazione: Il breve racconto è un viaggio struggente e delicato nella malattia mentale di chi si sente ai margini. Il percorso ineluttabile di chi avverte di essere “fuori sincronia”, di chi sente di avere “un grillo in testa”. Il viaggio di un ragazzo che diventa uomo in un manicomio. La malattia mentale, se unita alla povertà, assume aspetti ancor più dolorosi soprattutto se si viene a perdere il padre e la cura può diventare più atroce della malattia: elettroshock, pillole, sbarre. Dopo molti anni il ritorno a casa, intanto i manicomi si sono trasformati in ospedali, non ci sono più sbarre, ma permane il grillo nella testa e l’incapacità di chi sente di essere “fuori sincronia”.
Finalisti pari merito (in ordine alfabetico)
- Ada Antiga – “Il karma delle viziate” – Conegliano (Treviso)
- Cristian Belloni – “La valle dell’orco” – Seregno (Monza-Brianza)
- Fabio Cerino – “Storia di un pomeriggio in fila” – Milano
- Benvenuto Chiesa – “Fortunato impantanato” – Torino
- Domiziana Chiodi – “Otto e mezzo” – Sansepolcro (Arezzo)
- Lucia Corsale – “Ma di che” – Siracusa
- Giorgia Iezzi – “Gente dell’Altro Mondo” – Capranica (Viterbo)
- Valentina Izzo – “Il posto per te” – Napoli
- Karen Krainer – “Lucio Lumachino” – Gorizia
- Serena Lucchi – “Sì” – Murata (Repubblica di San Marino)
- Gianmarco Marabini – “Cena alla fine del mondo” – Bologna
- Agostino Marano – “Napoli-Viareggio carrozza sbagliata” – Napoli
- Giuseppe Raineri – “Morte qualunque di un uomo qualunque” – Bergamo
- Emanuele Rizzi – “L’ascensore a cucù” – Frabosa Sottana (Cuneo)
- Sara Romanato – “Sessantamila rupie” – Montebelluna (Treviso)
- Edoardo Rossi – “Ciottoli” – Genova
- Davide Schiavon – “Materno” – Étroubles
- Caterina Staiti – “Matite colorate” – Gaeta (Latina)
- Alessandra Tedeschi – “Rumore” – Roma
- Francesco Tescione – “Lui, lei, il gatto e il bancone. Di marmo” – Tarquinia (Viterbo)
- Daniela Trevisan – “Amantea e i girasoli” – Padova
- Giorgio Ventura – “Circumdo Ulnis” – Viareggio (Lu)
- Elena Vigorito – “Scomparsa” – Massa
- Sharon Zeller – “La fine dell’inverno” – Bari
POESIA INEDITA
- Vittorio Di Ruocco – “In questo tempo lasso e maledetto” – Pontecagnano (Salerno)
Motivazione: Il pensiero rivolto alla terra “madre e diva” si manifesta con una preghiera accorata e, al contempo, con un lamento pervaso da un profondo senso di sgomento e di orrore. L’artificio poetico di personificare il soggetto per invocarlo e commiserarlo rende incisiva e assai drammatica la potenza delle immagini evocate; i versi – eleganti e musicali endecasillabi, omaggio vibrante alla tradizione lirica nazionale – scandiscono il ritmo incalzante e inesorabile della fremente ribellione, descritta come un crescendo di segnali inascoltati dai più, sebbene sempre più evidenti, avvertimento e preludio paventato e temuto di una imminente discesa agli inferi. - Claudio Roncarati – “Non sembra vero” – Cattolica (Rimini)
Motivazione: Il tema della caduta solitaria, allegoria della impossibilità di creare – o mantenere – rapporti con l’altro, è accostato all’idea della radicale e diffusa indifferenza nei confronti di chi “cade”, appunto, in disgrazia, di coloro che discendono rovinosamente la scala sociale e vanno incontro alla degradazione e all’abbandono. La rassegna dei tipi umani destinati alla caduta repentina sfila con ritmo serrato, quasi una marcia cadenzata scandita dal ricorrente verso che dà il titolo al componimento, “non sembra vero”: cade chi si era illuso di lanciarsi verso una “favola” rivelatasi poi ingannevole, chi si era affidato all’altrettanto utopico “sogno di volare”, chi si immola nel volo suicida per “dare il via alla rivoluzione” e precipita inevitabilmente “l’ennesimo perdente nato”. - Lucia Lo Bianco – “Amazzone” – Palermo
Motivazione: È una donna che lotta, l’“amazzone guerriera” che si specchia e stenta a riconoscersi; una donna che, però, non si autocommisera né si arrende, ma sceglie con coraggio e determinazione di identificarsi con le leggendarie arciere che, come narra il mito – o l’indagine antropologica – sceglievano la mutilazione volontaria per meglio combattere e impugnare arco e frecce. Una combattente che nello specchio, più volte interrogato, trova per se stessa risposte forti e nette, che non ammettono tregua né resa.
Premio Speciale della Giuria
- Ana Maria Andrino Botelho – “Egli mi porta sulle spalle” – Ginevra – Svizzera
Motivazione: Una lirica rarefatta, sospesa, composta di versi brevi, rotti, spezzati, sui quali si adagiano l’orrore e il raccapriccio: il dolore raggelato della morte che giace rigida e scomposta su quella “terra che urla” che, al contrario – quasi per legge di contrappasso – ci restituisce l’immagine di un grido muto, che si strozza in gola, che nessuno ode, che non potrà mai essere ascoltato. Una profondissima pietà pervade le scene di sconfinata desolazione dei teatri di guerra, ed è questo l’autentico messaggio universale della compassione umana che arriva, netto e incisivo, a pacificare l’animo invitando alla pace, alla comprensione, all’abbraccio. - Francesca Rossetti Torres – “Mentre provo a vivere” – Milano
Motivazione: L’abbandono, la perdita – e l’assenza che ne consegue – segnano la via di tutti i giorni e lasciano interdetti, increduli. Le sensazioni sfumano nell’indeterminatezza sottolineata dalla scelta delle parole, le più adatte a identificare il “dolore sordo senza luce”: il “nero profondo”, “l’ombra”, le “sagome confuse”; proseguendo nell’aggettivazione negativa, non qualificante, “l’incerto, l’informe” è il non-luogo ove si dipana la vita verso un futuro che, con triste consapevolezza, è chiamato “il non ancora”, un domani privo di speranza in cui “il mai più” pesa come un macigno.
Finalisti pari merito (in ordine alfabetico)
- Giuseppe Berton – “Refugees” – Conegliano (Treviso)
- Pietro Bordoni – “Guardo il mare” – Cattolica (Rimini)
- Devid Bracaloni – “Il cimitero dei fiori del venti” – Viareggio (Lucca)
- Saverio Chiti – “Lentezza dell’attimo” – San Miniato (Pisa)
- Antonio Corona – “Fragile” – Torino
- Andrea Creuso – “È il tempo di sbocciare” – Conselve (Padova)
- Francesco D’Andrea – “Zaffiro” – Torre del Lago Puccini (Lucca)
- Ilaria Maria d’Urbano – “Fiore” – Firenze
- Cesare Maria Figini – “Settembre” – Albiolo (Como)
- Stefano Fissi – “Tenerezza” – Firenze
- Pietro Paolo Imperi – “Dal canto mio” – Roma
- Barbara Lanzafame – “Non possiedo nessun sapere” – Cagliari
- Amedeo Leonardi – “Mia cara” – Narni (Terni)
- Elisabetta Liberatore – “Cadrà il velo d’ombra” – Pratola Peligna (L’Aquila)
- Agostino Marano – “Maglióne russo” – Napoli
- Alessandra Marini – “Addio” – Viareggio (Lucca)
- Fausto Marseglia – “Correre” – Marano (Napoli)
- Michela Niccoli – “Controcorrente” – Montecatini Terme (Pistoia)
- Paola Paradisi – “Viaggio” – San Vincenzo (Livorno)
- Silvia Primi – “Tastiera di luci” – Pregassona (Svizzera)
- Valeriano Puccini Zanderigo – “Il volto della fine” – Valchiusa (Torino)
- Carlo Ricci – “Laghi” – La Quercia (Viterbo)
- Donatella Sarchini – “Sono come te” – Milano
- Stefania Silvestri – “Certezze” – Nove (Vicenza)
- Andrea Zaino – “O ‘Re’” – San Marzano Sul Sarno (Salerno)
ROMANZO EDITO
- Teresa Antonacci – “Quasi” – Bisceglie (Barletta-Trani)
Motivazione: Un romanzo denso, emozionale, dalla valenza sociale, intriso di un’umanità che chiarisce la diversità, nei suoi aspetti più profondi e ricchi, e la esprime come dono. Alina, la protagonista del romanzo, ha la sindrome di Asperger, fa i conti con i ricordi e la nostalgia del passato, per ricostruire la serenità del presente, nel mutare degli eventi. Riflessioni e annotazioni sull’autismo, permettono inoltre al lettore di percorrere un cammino non da tutti attraversato e necessariamente da percorrere, per risalire all’origine delle nostre incomprensioni e mancanze. - Giada Messina Cuti – “L’arroganza delle iris” – Londra
Motivazione: Prendono forma e concretezza ricordi, suggestioni del passato, rimorsi, nelle azioni quotidiane dello spregiudicato Carlo, protagonista del romanzo. Intrigante e aggrovigliato il percorso che compie per sviare rischi, sofferenze e delusioni, fino a quando riuscirà a farlo. Ma nel decorrere del tempo le cose cambiano e l’autrice dà prova di aver saputo costruire una storia intessuta di valori ineliminabili, capace di risonanze interiori. - Rita Morabito – “Scandaglio” – Modena
Motivazione: Un arco di emozioni che abbraccia un’intera vita e che Rita Morabito sa ben mostrare nell’intreccio narrativo profondamente sentito anche al di là delle apparenze. C’è sempre un dolore acuto, un vuoto incolmabile quando la morte falcia una persona cara e disfarsi dei suoi oggetti, non può significare perderne la memoria in essi contenuta. Anzi tutto ritorna a vivere: passioni, conflitti, dolori, rassegnazione, sogni infranti e soprattutto la ricerca continua di verità.
Premio Speciale della Giuria
- Antonino Geraci – “Le cose che ti capitano di nascosto” – Carpi (Modena)
Motivazione: Fabio è un bambino catapultato in vacanza perenne presso una colonia ricca di personaggi ben tratteggiati da Antonino Geraci che, dopo un tempo privo di sequenze definibili, viene finalmente liberato da se stesso, dalla zavorra che gli impedisce di spiccare il volo verso quell’ignoto che sempre l’ha coinvolto, affascinandolo, impressionandolo, obbligandolo a congetture e speculazioni che aiutano il pensiero a crescere e arricchirsi. L’incoscienza onirica di un sogno, irreale solo nelle architetture, codifica la realtà percepita e intravista attraverso sensi sconosciuti e inattivi nelle dimensioni a noi note. Attraverso le tessere delle notti e dei giorni che si susseguono in una grandezza atemporale seppure infinita, la percezione dell’esperito si delinea, pur restando avvolta nel latte caldo caduto negli occhi del protagonista e del lettore. Una storia avvincente che l’autore offre a chiunque s’insinui tra le parole del romanzo.
Finalisti pari merito (in ordine alfabetico)
- Padre Anonimo – “Scendo all’Inferno ma mi fermo in Paradiso” – Firenze
- Bernardo Baratti – “I lupi ascoltano Beethoven” – Bagno a Ripoli (Firenze)
- Luca Barbieri – “Il Re dei Topi” – Arenzano (Genova)
- Christian Barsi – “La cura del tempo” – Nichelino (Torino)
- Oriano Berni – “Il legnaiuolo allo sdrucciolo de’ Pitti” – Firenze
- Sergio Blazina – “La sparizione” – Torino
- Giuseppe Collot – “Il cappello sul fiume” – Lussemburgo
- Andrea Ferrari – “Senza batter ciglio” – Roma
- Patrizia Fondelli – “Un’immobilità dinamica” – Firenze
- Alessandro Gargiulo – “Storia di una piccola vita” – Anacapri (Napoli)
- Siriman Kanoute – “Le vie verso Ard-Al-Agiaeb” – Roma
- Paola Keller – “L’alba separa la luce dall’ombra” – Ortona (Chieti)
- Davide Lazzeri – “L’ultimo segreto di Paganini” – Roma
- Bakari Coulibaly, Luisa Concetti – “Il castello nell’uovo” – Perugia – Assisi (Perugia)
- Alessandra Matturri – “A cavallo del sole” – Milano
- Gianni Micheli – “Testone il piccione” – Arezzo
- Stefano Milioto – “La crociera del dottor Cannello” – Santa Elisabetta (Agrigento)
- Stefano Patuzzi – “Un silenzio sottile” – Mantova
- Clio Petazzoni – “Aspettando Natale” – Massa
- Valeria Pomba – “Torinobeach” – Pianezza (Torino)
- Maurizio Preti – “La terza opzione” – Modena
POESIA EDITA
- Maria Spagnuolo – “È mite invece l’aria” – Cosenza
Motivazione: Fedele alla tradizione letteraria, l’autrice evidenzia una forte sensibilità descrittiva; inquietudine, desiderio di bellezza e di amore, espressi in immagini di grande intensità emotiva. Lessico incisivo, la parola pregnante che scava nel profondo e restituisce la realtà tratteggiata a mo’ di pittura; non la realtà del presente però, piuttosto quella dell’illusione, nonostante la consapevolezza che l’essenza delle cose è e resterà immutabile. - Luciano Delucchi – “Hammerfest” – Sestri Levante (Genova)
Motivazione: Tra realtà, sogno e ricordo che emoziona e dà corpo alle parole, la silloge si propone come una sorta di rilettura personale del viaggio a Hammerfest. Poesie e immagini restituiscono il gelo e la solitudine di luoghi affascinanti e allo stesso tempo conturbanti. Il viaggio è solo un pretesto però: versi limpidi, talora intensi, esprimono infatti un sentire molto più ampio e fuori contesto. - Ava Kerry – “Le città sono un punto al contrario” – Senigallia (Ancona)
Motivazione: Una raccolta di versi come un fiume in piena che ribolle nell’urgenza di cogliere anche l’inesprimibile. Una catena di emozioni accentuata dagli enjambements necessari perché le parole si ribellano alla misura del verso. Lessico e sintassi al di là della tradizione e dello stesso ermetismo, nella ricerca costante di un modo di comunicare, irruento e carnale, che segua il ritmo del cuore.
Premio Speciale della Giuria
- Iago – “Dalla pietra allo specchio” – Nettuno (Roma)
Motivazione: Con un linguaggio ricercato sul piano lessicale e volutamente ermetico, l’autore descrive il percorso evolutivo dell’uomo dalla preistoria all’oggi, dall’istinto alla consapevolezza, dalla vita dura ma semplice delle origini alle inquietudini e contraddizioni della modernità. Lettura intelligente, molto impegnativa.
Finalisti pari merito (in ordine alfabetico)
- Luca Bacilieri – “Il cielo del mattino mette a neve” – Modena
- Giuseppe Berton – “La penna stilo di cioccolata” – Conegliano (Treviso)
- Maria Cristina Biasoli – “Notti… sirene” – Molinella (Bologna)
- Paola Carmignani – “L’azzurro dentro” – Altopascio (Lucca)
- Crisalide D’Aria – “Cinque volte maggio” – Berlino
- Domenico Felice – “Un’altra intensità” – Bologna
- Fra Gilè – “Cronache di un amore perduto” – San Lazzaro di Savena (Bologna)
- Natino Lucente – “Se una notte d’inverno una donna” – Cosenza
- Nicola Maria Mendolicchio – “I versi del tempo” – Foggia
- Nicola Molino – “Il Paradiso è un campo di tarassaco” – Aosta
- Marco Nica – “Meraviglia” – Anzio (Roma)
- Pietro Pinacci – “Il Pellegrino” – Segrate (Milano)
- Valeriano Puccini Zanderigo – “Fiori dal mio prato” – Valchiusa (Torino)
- Mirseda Reci – “L’alchimia delle farfalle” – Deiva Marina (La Spezia)
- Salvatore Sanfilippo – “Acuti silenzi” – Civitavecchia (Roma)
- Marcello Signorini – “Elegie” – Senigallia – Fraz. Marzocca (Ancona)
- Vittoriano Solazzi – “Un bicchiere di neve con due gocce di alchermes” – Mondolfo (Pesaro-Urbino)
- Anna Spissu – “Lettere da Atlantide” – Milano
- Alessandra Tamarri – “Il tempo della messe” – Badia a Settimo, Scandicci (Firenze)
- Roberto Zaccaria – “Correre senza esserci” – Castel Bolognese (Ravenna)
- Marzia Zanini – “Nel Buio l’Incanto” – Aosta
RACCONTI EDITI
- Massimiliano Ivagnes – “Questioni di coscienza” – Castrignano Del Capo (Lecce)
Motivazione: Con linguaggio chiaro, pulito, nitido, incisivo, riesce a far trepidare le corde delle emozioni, convincendoci, con storie ben costruite, rapide e decise, della sua abilità narrativa. Contemporaneamente profila nitidamente il bisogno umano di curare, coltivare, sostenere i sogni per beneficiare del loro potere evocativo, pedagogico, formativo, indispensabile sostegno alla realizzazione di un’alternativa possibile alla violenza, all’indifferenza, alla banalità, ai limiti e alle fragilità dell’essere. - Gianpaola Costabile – “Donne – Madonne” – Napoli
Motivazione: Con una scrittura matura, scorrevole e armoniosa, l’autrice indaga tra le pieghe dell’animo femminile, nella sua terrena, fragile, umana dimensione, alla ricerca di quella luce vitale capace di generare cambiamenti in tutte le esperienze di vita. Gianpaola Costabile, percepita come presenza costante nelle sue storie, guarda le scene con freddo distacco, restituendo al lettore una piacevole provocazione attraverso l’immanenza divina del femminile grazie alla quale l’umanità può evitare il rischio di perdersi irrimediabilmente. - Anna Mainardi – “Vai, e non ti voltare” – Cellere (Viterbo)
Motivazione: Perdersi per ritrovarsi diversi: seppur non sempre migliori; fuggire per scoprire vita nuova, nuova esistenza – non sempre più conveniente. Questo il filo conduttore dei venti racconti brevi di Anna Mainardi che descrivono vite pennellate con garbo, sensibilità, lucidità. Tra macchie di ombre e luci improvvise, l’autrice mostra l’eccezionalità della quotidianità, tratteggia l’uomo nel suo essere, curioso e straordinario, dentro i confini della propria esistenza.
Premio Speciale della Giuria
- Cinzia Posenato – “Ho addomesticato un ragno e altri racconti” – S. Giovanni Ilarione (Verona)
Motivazione: La natura, a chi sa ascoltare e vedere oltre da sé, mostra intimità recondite e, al mutar delle stazioni, arcani segreti. Quando abbandona i suoi veli sembra farlo per donare conoscenze ancestrali, primigenie, profonde, intime, sostanziali, necessarie per poterla compiutamente comprendere come parte significante della vita. Cinzia Posenato coi suoi racconti ci convince che la vita di campagna sia capace di costruire senso di appartenenza al mondo, all’esistente e all’esistenza, consentendoci di percepire in maniera precisa, decisa e solida l’eco dell’Eden.
Finalisti pari merito (in ordine alfabetico)
- Alessandro Azzalin – “Vite sprecate” – Verbania
- Antonio Mariano Baldinetti – “Valori e Amore per un futuro migliore” – Melfi (Potenza)
- Grazia Eleonora Battini – “Racconti” – Forte dei Marmi (Lucca)
- Paola Bonadies – “Colori al rovescio” – Salerno
- Vilma Buttolo – “Spazi inclusi” – Torino
- Tommaso Caroselli Leali – “La luna ed il poeta” – San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno)
- Claudia Desogus – “Il viaggio incantato” – Bruxelles (Belgio)
- Daniela Dose – “Racconti” – Pordenone
- Massimo Ferro – “Alla fine, balordi” – Bologna
- Eugenio Fezza – “Cose dell’anima, l’anima delle cose” – Genova
- Andrea Fiorito – “Esche” – Roma
- Maddalena Frangioni – “Voce di ricordi” – Segrate (Milano)
- Ermanno Gelati – “Frammenti” – Legnano (Milano)
- Gianmarco Mancino – “I tramonti di Gimmi il cane” – Sava (Taranto)
- Michele Manna – “I piani inferiori della luna” – Roma
- Paolo Mauri – “Noncuranze” – Torino
- Antonio Cosma Montagnese – “Profumo di libertà” – Nardodipace (Vibo Valentia)
- Dario Ronzani – “Sirene” – Roma
- Claudia Sbarra – “In confidenza” – Roma
- Oscar Tison – “Se cercate Larry” – Vodo di Cadore (Belluno)
- Mario Trapletti – “Vacanze, che passione!” – Roma